Dopo decenni di grandi divisioni politiche il Presidente USEI Eugenio Sangregorio si reca in Italia per l’ennesima volta.
Dopo decenni di grandi divisioni politiche il Presidente USEI Eugenio Sangregorio si reca in Italia per l’ennesima volta. Lavorare in sinergia è la sua specialità ed una caratteristica che ha stampato nel partito. Quali sono gli obiettivi? Portare avanti iniziative concrete basate sul lavoro, il know-how, le borse di studio, l’interscambio commerciale e della conoscenza, senza mai dimenticare un’autentica politica emigratoria che, purtroppo, l’Italia ha tralasciato per quanto riguarda i propri connazionali. Negli ultimi 20 anni si è dedicata, con ragione, alla politica d’immigrazione, per via dei fenomeni migratori provenienti dai paesi colpiti dalla miseria e dalla guerra, ma ha sicuramente trascurato i propri figli all’estero. Aldilà della creazione dei COMITES, del CGIE e la Cooperazione che, negli ultimi tempi è stata posticipata per via della crisi, il sistema politico italiano non ha saputo valutare l’enorme risorsa che rappresenta la diaspora nostrana. Tutti sappiamo che, dei quasi 6 milioni di cittadini italiani nel mondo, forse il 5% sono nati in Italia. Questo fenomeno non è stato mai preso in considerazioni da un tessuto politico che guarda più l’ombellico che l’intero corpo. Si continua a parlare di italiani nel mondo che guardano RAI Italia e parlano la nostra lingua, ma, anche se non è stata mai fatta un’inchiesta seria su quanti cittadini italiani sparsi per il mondo parlano correttamente la nostra lingua, sappiamo che, di 100 appena sono capaci di esprimersi in un buon italiano. Tralasciare un fenomeno del genere significa guardare l’albero e non il bosco, significa ignorare che non è la lingua del Dante l’unico veicolo per raggiungere i connazionali. Ma di questi argomenti, Sangregorio ne parlerà a lungo con i vertici dei partiti italiani.
La visita del nostro Presidente è per raggiungere sinergie, accordi, forme idonee di lavoro assieme alle menti e non tanto alle ideologie. Avrá riunioni con i lider del PD, della Destra, del M5S, tutto ciò per capire le politiche che si applicherebbero in caso di governare e per contribuire a far diventare l’USEI, l’interlocutore valido fra l’Italia e l’Italia fuori d’Italia.
Pare proprio che i nostri politici non abbiano ben capito il ruolo degli italiani in America Latina. Ancora si parla degli accordi bilaterali integrati UE-Mercosur. Ma quanto potrebbe pesare, strategicamente, questa presenza di milioni di cittadini italiani in
questo continente? La comunità europea più grande nelle Americhe è la nostra. Sono centinaia le grandi ditte italo-sudamericane, così come decine di migliaia le piccole e medie imprese che formano l’enorme tessuto produttivo italiano da queste parti. Sono connazionali che gestiscono uno straordinario polo di produzione. L’importanza del MERCOSUR in generale e l’Argentina in particolare come il paese con maggior numero di connazionali del mondo, sono elementi di un valore non compreso dai nostri politici. Sangregorio, da decenni si batte per far capire loro, l’importanza strategica di questo contenitore sociale. È vero che, come parte della Comunità Europea, l’Italia non è in grado di realizzare accordi bilaterali separati, ma è anche vero che, per questa cordata di proporzioni incredibili, è l’Italia e non la Spagna o la Francia, il paese con maggior quantità di carte in tavola per moltiplicare lo sviluppo sudamericano ed europeo. L’America Latina è un grande produttore di materie prime. Anche se si mantengono abbastanza alti i costi dei comodities, al produttore di caffè giunge non oltre il 2% del valore di un caffè al bancone di un bar. Ció significa che il valore dell’intelligenza, dei trasporti, assicurazioni e filiera di vendita, sono infinitamente superiori al valore intrinseco di un prodotto. L’Europa è parte di un complesso di ricerca mondiale concentrato nelle grandi potenze economiche e quindi possiede, specialmente l’Italia, il know how di cui hanno bisogno i paesi latinoamericani. È questo uno dei principali aspetti che l’USEI tratterà nella capitale italiana nei prossimi giorni.
Per un imprenditore, il mondo è pragmatico: per Sangregorio, che durante la sua vita ha costruito tanto, da palazzi a parcheggi a cimiteri, servono i fatti e non le parole. La politica è basata sulle promesse che, purtroppo, quasi mai sono rispettate da coloro che sono stati eletti. Ma, per il Presidente dell’USEI, che sarà eletto nelle prossime elezioni politiche, le parole devono essere rispettate e devono diventare fatti. È per questo che sarà a Roma a dialogare, stringere anche nuove amicizie con forze nuove. Come sempre sostiene: “l’USEI è un partito indipendente che si basa sulle sinergie. Non approfittare delle buone menti anche di coloro che non la pensano come noi, è ipotecare il futuro della nostra società”.
EUGENIO SANGREGORIO