Iter mozione Venezia
19 novembre 2019
Seguito della discussione delle mozioni Brunetta ed altri n. 1-00286, Meloni
ed altri n. 1-00288, Molinari ed altri n. 1-00289, Fusacchia ed altri n.
1-00291, Lupi ed altri n. 1-00292, Benedetti ed altri n. 1-00293 e
Pellicani, Ilaria Fontana, Moretto, Stumpo ed altri n. 1-00295
concernenti iniziative a favore di Venezia alla luce dei recenti eventi
alluvionali.
PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata una nuova formulazione della
mozione Pellicani ed altri n. 1-00295 (Allegato B) che è stata sottoscritta tra gli
altri anche dai deputati Brunetta, Luca De Carlo, Andreuzza, Fusacchia e Lupi,
e che sono state ritirate le mozioni Brunetta ed altri n. 1-00286, Meloni ed altri
n. 1-00288, Molinari ed altri n. 1-00289, Fusacchia ed altri n. 1-00291 e Lupi
ed altri n. 1-00292 (Allegato A),
(Parere del Governo)
PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere
sulle mozioni all’ordine del giorno.
PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie,
Presidente. Sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00293 il parere è contrario;
mentre sulla mozione Pellicani, Brunetta, Ilaria Fontana, Moretto, Luca De
Carlo, Stumpo, Andreuzza, Fusacchia, Lupi ed altri (Nuova formulazione) il
parere è favorevole purché il terzo capoverso delle premesse sia riformulato
aggiungendo, dopo la parola “turismo”, le parole “e il Ministero dell’Istruzione,
dell’università e della ricerca hanno già attivato (…)”. Credo fosse soltanto un
refuso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Lupi.
Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Signor Presidente, dico sin d’ora che,
come comunicato alla Presidenza, abbiamo ritirato la nostra mozione presentata
dal gruppo Misto e abbiamo sottoscritto legittimamente e correttamente la
mozione unitaria presentata da maggioranza e opposizione. Riteniamo che
questo non sia un gesto formale ma sia un atto concreto e serio, perché su questi
temi, alcuni di questi punti, dovremmo tutti insieme non dividerci ma lavorare
nella stessa direzione, non solo esprimendo solidarietà – che è necessaria e
doverosa – a Venezia e a tutte le città che sono state coinvolte da questa ondata
di maltempo, ma ricordandoci che l’unità di intenti di un Parlamento è legato
alla prevenzione, è legato alla realizzazione di ciò che permetterebbe di evitare
che danni come questi possano avere conseguenze come quelle a cui abbiamo
assistito. Allora c’è sempre un passaggio – ed è l’unica cosa che voglio ricordare
qui nel mio intervento, nel riaffermare la condivisione sulla mozione unitaria –
che dovremmo finalmente condividere abbassando la guardia della battaglia
ideologica: prevenire vuol dire anche realizzare ciò che ci permette di evitare
che danni e drammi come questi possano accadere. Piangerci addosso, come
facciamo sempre dopo che una tragedia è accaduta, è un errore, laddove non
significa prendere coscienza degli sbagli che abbiamo fatto. A Genova, sul
ponte Morandi, abbiamo pianto la tragedia e il dramma dei morti e del crollo di
quel ponte, ma avremmo potuto senza alcun problema, decine di anni prima,
realizzare con serietà la Gronda, che avrebbe evitato il crollo del ponte
Morandi. Qui, se avessimo messo in essere e in azione il MoSE, oggi saremmo
in una situazione diversa. Lo ricordo non per polemica ma per ragioni
oggettive: nel giugno del 2016 doveva essere concluso il MoSE; dal giugno del
2016 alla fine del dicembre 2017, inizi del 2018, il MoSE doveva essere messo
in azione. Dico questo perché c’erano tempi certi per la realizzazione di
quest’opera; si sarebbe alzata la barriera a 110 centimetri e oggi non avremmo
avuto l’ondata di alta marea che ha messo in ginocchio l’intera città di Venezia.
Dobbiamo imparare dalla storia, dobbiamo capire che prevenzione,
realizzazione delle infrastrutture necessarie materiali e immateriali, sono la
tutela e contemplano anche la tutela dell’ambiente. Le grandi opere non sono in
contraddizione con le piccole opere. La manutenzione del territorio non è in
contraddizione con la possibilità e la realizzazione delle infrastrutture
necessarie che difendono le città, ma rilanciano l’intero Paese. Questo è il
dramma con cui ha vissuto in tutti questi anni il nostro Paese: la discussione
ideologica, il pregiudizio, la bandiera dell’affermazione del proprio pensiero
riguardo a quello dell’altro ha impedito di fatto di realizzare ciò che era
necessario ed è necessario al nostro Paese. Le opere infrastrutturali – e concludo
– non sono né di destra né di sinistra, non sono né gialle né verdi, servono a tutti
noi, chiunque le realizzi. Mi auguro – vedo qui il Ministro delle infrastrutture –
che adesso con decisione si recuperi il tempo perduto e il MoSE si metta in
azione. Ma che quello che è accaduto sia da lezione a tutti, a chi governa e chi è
all’opposizione: basta con le polemiche, iniziamo a realizzare ciò che serve al
Paese, le grandi opere come le opere di manutenzione del territorio. Mettiamo
le risorse necessarie e smettiamola di pensare che… Se c’è un’individuazione di
un fenomeno corruttivo, si condanni chi ha corrotto, lo si metta in galera, ma si
realizzino le opere necessarie. Le grandi opere, le infrastrutture, servono come
il pane al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l’Italia-USEI).
PRESIDENTE – Indìco la votazione nominale, mediante procedimento
elettronico, sulla mozione Pellicani, Brunetta, Ilaria Fontana, Moretto, Luca De
Carlo, Stumpo, Andreuzza, Fusacchia, Lupi ed altri n. 1-00295 (Nuova
formulazione), nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva
ALLEGATO A
Atto Camera
Mozione 1-00292
presentato da
LUPI Maurizio
testo presentato
Lunedì 18 novembre 2019
modificato
Martedì 19 novembre 2019, seduta n. 262
La Camera,
premesso che:
la città di Venezia è stata colpita e devastata da un’ondata «di acqua alta»
con gravissimi danni alle abitazioni ed alle opere artistiche e
architettoniche di grande pregio. Un disastro, quindi, con danni molto
ingenti e con alcuni morti;
a causa delle forti piogge, infatti, il livello del mare ha superato i 180
centimetri e ha causato l’allagamento della città e delle isole minori e la
mareggiata ha investito tutto il litorale;
anche i comuni di Caorle, Jesolo, Cavallino Treporti, Chioggia sono stati
devastati dalla mareggiata;
dopo il primo ritiro delle acque si è potuta constatare la gravità dei danni
che hanno colpito, in particolare, numerosi beni culturali, come
monumenti, chiese e, in particolare, la Basilica di San Marco;
anche le infrastrutture pubbliche hanno subito rovine, insieme a case,
imbarcazioni e strutture ricettive, con danni futuri al settore turistico e
alberghiero;
occorre, quindi, con urgenza un grande sostegno economico per le prime
spese ed un successivo impegno di risorse adeguate anche per le difficoltà
della regione e degli enti locali a fronteggiare da soli la grave situazione;
per realizzare una struttura protettiva che mitigasse e difendesse Venezia
dall’acqua alta è stato progettato il Mose;
il Mose, infatti, è un’infrastruttura strategica inclusa nel relativo
programma (istituito dalla legge n. 443 del 2001, cosiddetta legge
obiettivo). L’opera, di cui oggi è completa solo la struttura di cemento e
acciaio delle quattro dighe, non è ancora finita. Infatti, il sistema di
paratoie mobili è fermo al 94 per cento dei lavori. Il Mose può proteggere
Venezia e la laguna dalle maree alte fino a tre metri e da un innalzamento
del livello del mare fino a 60 centimetri nei prossimi cento anni. Dovrebbe
essere l’unica opera in grado di assicurare la difesa del territorio dagli
allagamenti;
il Mose prevede che le dighe a scomparsa resistano alle maree alte fino a 3
metri (quella che ha investito la città di Venezia era alta poco meno di 1,9
metri). Adesso l’opera «lavora» con impianti provvisori e sarà
effettivamente a regime fra un anno. Dall’apertura del cantiere avvenuta
nel 2003 è prevista la sua realizzazione finale fra due anni. Dopo anni di
lavoro sono state posate da molti mesi tutte le 78 paratoie che formano le
quattro barriere alle bocche del porto di Lido, Malamocco e Chioggia.
Sono stati costruiti gli edifici tecnici e la sala comando a Rocchetta, a
fianco della torre piloti della bocca Malamocco, che è la torre di controllo
dell’intero porto;
tuttavia, mancano gli impianti accessori, come alcune batterie di
compressori, gli arredi, gli ascensori, diverse condutture, numerosi
attuatori oleodinamici. Le barriere funzionano già in via sperimentale con
una dotazione minima di impianti, ma mancano i collaudi finali, è assente
la cabina di regia e va attivata la procedura di autorizzazione per l’apertura
e la chiusura delle dighe mobili;
le prove di sollevamento hanno dato esiti positivi, ma l’esperimento in
programma era stato sospeso e rinviato per alcune anomalie, Il
cronoprogramma prevede che il 30 giugno 2020 il Mose sarà pronto e il 31
dicembre 2021, con la consegna delle opere, inizierà la gestione ordinaria,
impegna il Governo:
1) ad assumere immediatamente le iniziative di competenza per
fronteggiare l’emergenza in atto nel comune di Venezia, per ristorare i
danni alle persone e alle cose causati dal maltempo e per scongiurare
pericoli futuri;
2) ad adottare iniziative di carattere normativo e finanziario a sostegno
della gestione commissariale del Consorzio Venezia Nuova, affinché si
possa nel più breve tempo possibile rendere funzionante il sistema di
paratoie mobili del Mose.
(1-00292) «Lupi, Colucci, Sangregorio, Tondo, Schullian».
ALLEGATO B – MOZIONE RIMODULATA 1-00295
La Camera,
premesso che:
nella serata di martedì 12 novembre e nei giorni successivi a Venezia si è
verificata una sequenza di maree eccezionali, mai verificatesi in
precedenza, con l’acqua alta che ha raggiunto quota 187 cm, la seconda
marea più elevata di sempre dopo l’alluvione del 1966; le isole del Lido e
di Pellestrina sono state particolarmente colpite dall’alta marea e anche
Chioggia è stata allagata, con l’acqua che ha raggiunto i 170 cm. Forti
mareggiate hanno colpito inoltre i comuni del litorale veneziano come
Cavallino Treporti, Jesolo e Caorle;
l’evento eccezionale ha causato molti danni e il decesso di una persona
sull’isola di Pellestrina. Si registrano ingenti danni ad abitazioni, negozi,
esercizi commerciali e alberghi completamente allagati: molte sono le
imbarcazioni affondate, alcuni vaporetti sono stati spinti a terra; una
ventina di gondole sono state ammassate in Riva degli Schiavoni; Via
Garibaldi è stata attraversata dall’acqua spinta dal vento come un fiume in
piena;
si è registrata anche una grave compromissione del patrimonio storico e
culturale della Città, a partire dai danni alla basilica di San Marco;
risultano gravemente danneggiati anche strutture, arredi e opere della
Fondazione Querini Stampalia, del Conservatorio Benedetto Marcello,
dell’Accademia di Belle Arti, del Gran Teatro La Fenice, dell’Istituto
Veneto di Scienze Lettere e Arti e hanno ugualmente subito danni il
patrimonio e capolavori di arte armena e veneziana sull’isola di San
Lazzaro degli Armeni. A tale riguardo, risulta che il Ministero per i beni e
le attività culturali e per il turismo e il Ministero dell’istruzione,
dell’università e della ricerca hanno già attivato l’unità di crisi per la
verifica e la messa in sicurezza del patrimonio culturale danneggiato
dall’eccezionale alta marea che sta colpendo Venezia;
dopo l’alluvione del 1966 è stata istituita la Legge speciale per Venezia
(Legge 16 aprile 1973, n. 171) che dichiara il problema della salvaguardia
di Venezia «di preminente interesse nazionale». L’aggiornamento della
Legge Speciale, con la legge 29 novembre 1984, n. 798, sottolinea la
necessità di affrontare in maniera unitaria gli interventi di salvaguardia, e
istituisce il Comitato Interministeriale di indirizzo, coordinamento e
controllo sulla Laguna di Venezia (il cosiddetto «Comitatone»), attraverso
il quale nel corso del tempo è stato possibile stanziare le risorse per una
serie di interventi per la salvaguardia, la residenza, la tutela dei monumenti
e altri interventi diffusi in città;
il suddetto Comitato dovrebbe trasmettere al Parlamento, alla data di
presentazione del disegno di legge relativo alle disposizioni per la
formazione del bilancio annuale dello Stato, la relazione sullo stato di
attuazione degli interventi;
la citata legge n. 798 del 1984 istituisce anche il Consorzio Venezia
Nuova, che presenta un sistema di interventi per la salvaguardia di
Venezia, dando l’avvio al Mose (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico),
finalizzato alla difesa di Venezia e della sua laguna dalle acque alte, la cui
progettazione va avanti dalla fine degli anni ’80, fino ad arrivare all’inizio
dei lavori, il 14 maggio 2003. Il Mose consta di 78 paratoie mobili
vincolate attraverso alcune cerniere ai 20 cassoni di alloggiamento
collocati nei fondali, collegati tra loro da tunnel che consentono anche le
ispezioni tecniche. Altri 6 cassoni di spalla contengono tutti gli impianti e
gli edifici necessari al funzionamento delle paratoie;
il Consorzio Venezia Nuova, costituito da imprese di costruzione italiane,
cooperative e imprese locali, è il concessionario del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti – ex Magistrato alle Acque di Venezia, ora
Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche del Triveneto – per la
realizzazione degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della laguna
veneta di competenza dello Stato italiano, in attuazione della legge
speciale n. 798 del 1984;
il Consorzio Venezia Nuova opera, in qualità di soggetto attuatore,
attraverso lo strumento delle Convenzioni (contratti stipulati con
l’Amministrazione concedente) sulla base di un Piano Generale degli
Interventi definito dal Comitato, ex articolo 4 legge n. 798 del 1984;
nel giugno 2014 lo scandalo Mose ha evidenziato un ampio sistema di
corruzione, che ha coinvolto anche parti della pubblica amministrazione e
ha portato 35 arresti e oltre 100 indagati, tra cui i vertici del Consorzio
Venezia Nuova, che dal 1o dicembre 2014 è stato commissariato da ANAC
e Prefettura, con la nomina degli Amministratori straordinari il dott. Luigi
Magistro (in carica fino al 4 maggio 2017) e il prof. ing. Francesco Ossola,
mentre il 27 aprile 2015 è stato nominato anche l’avv. Giuseppe Fiengo;
nel corso del tempo è emersa una forte conflittualità interna tra i
Commissari e tra i Commissari e le imprese del Consorzio circa questioni
di tipo economico e tecnico, circostanza che avrebbe dato origine a
rilevanti contenziosi economici non risolti che avrebbero di fatto rallentato
fino a paralizzare lo stato di avanzamento dell’opera. Le principali imprese
del CVN (Mantovani, Condotte, Grandi Lavori Fincosit e Kostruttiva)
attraversano da tempo una grave crisi che ha comportato anche pesanti
tagli occupazionali e il fallimento di alcune di esse;
ulteriore conseguenza delle inchieste giudiziarie è stata la chiusura del
Magistrato alle Acque, le cui competenze sono state affidate al
Provveditorato alle Opere Pubbliche. Che nel corso del tempo ha
denunciato più volte lo stallo dei cantieri e l’abbandono delle opere già
realizzate, che non essendo soggette ad alcuna manutenzione, sono esposte
a fenomeni di deterioramento, corrosione dei materiali, fino ad arrivare a
fessurazioni dei cassoni sott’acqua;
il 4 novembre 2019 doveva svolgersi la prima prova completa di
sollevamento di tutte le paratoie alla bocca di porto di Malamocco, ma i
test parziali hanno evidenziato un ulteriore problema, ovvero vibrazioni in
alcuni tratti di tubazioni;
lo scorso 14 novembre Elisabetta Spitz è stata nominata Commissario per
il Mose, in attuazione di quanto previsto dal decreto-legge 18 aprile 2019,
n. 32 (cosiddetto Sbloccacantieri);
dall’inizio dei lavori nel 2003 ad oggi il Mose ha drenato tutte le risorse
della Legge Speciale destinate alla salvaguardia di Venezia, impedendo di
progettare ed eseguire altri interventi di manutenzione diffusi per la
salvaguardia della città;
l’evento catastrofico del 12 novembre, effetto apicale dell’impatto del
cambiamento climatico su un ecosistema fragile come quello veneziano,
certifica purtroppo che i cambiamenti climatici sono una delle sfide più
rilevanti su scala globale. Tutti i rapporti evidenziano che l’Europa
meridionale e l’area mediterranea nei prossimi decenni saranno le aree più
vulnerabili del pianeta;
nell’aprile 2013, l’Unione Europea ha adottato la «Strategia di Adattamento
ai Cambiamenti Climatici», nella quale sono stati definiti principi, linee-
guida e obiettivi della politica comunitaria in materia di adattamento ai
cambiamenti climatici e sono quindi diventati obiettivi prioritari per tutti
gli Stati membri;
in Italia, a seguito della «Strategia di Adattamento ai Cambiamenti
Climatici» adottata nell’aprile 2013 dall’Unione europea, è stata approvata
la Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SNAC)
ed è in fase di approvazione il Piano Nazionale di Adattamento ai
Cambiamenti Climatici (PNACC) che necessita di essere ulteriormente
implementato;
secondo i dati Ispra l’Italia, dal 1998 al 2018, ha speso circa 5,6 miliardi di
euro (300 milioni all’anno) in progettazione e realizzazione di opere di
prevenzione del rischio idrogeologico, a fronte di circa 20 miliardi di euro
spesi per riparare i danni del dissesto e delle catastrofi, secondo dati del
Cnr e della Protezione civile;
la questione della salvaguardia di Venezia, sia del suo fragile sistema
architettonico e artistico che del suo delicato ecosistema della laguna,
comprende diversi temi, che per essere risolti vanno necessariamente
affrontati in modo unitario mediante un «Dossier Venezia». In tal senso
vanno affrontati contestualmente i problemi legati:
al traffico crocieristico: attualmente entrano nella laguna di Venezia le
Grandi Navi fino a 96 mila tonnellate – circa 530 navi l’anno – e
raggiungono il terminal della Marittima, sull’isola del Tronchetto,
attraverso il Bacino di San Marco e il Canale della Giudecca, provocando
gravi problemi e disagi alla vita della città. In tal senso da tempo c’è
l’impegno da parte del Governo per trovare una soluzione alternativa al
passaggio delle Grandi navi, che però al momento non è stata ancora
individuata tra le molteplici proposte, avanzate finora da vari soggetti;
alla sostenibilità ambientale e sociale della città e della laguna, che oggi è
sempre più ristretta tra una iperspecializzazione turistica della sua
economia ed una sempre più accentuata e preoccupante curva di
diminuzione della popolazione residente;
al turismo: per limitare il sovraffollamento cittadino e contrastare lo
spopolamento della città storica che va tutelata e valorizzata con politiche
mirate che regolamentino l’afflusso turistico e favoriscano il
ripopolamento;
alle bonifiche a Porto Marghera: si tratta di un’area di circa 2 mila ettari, di
cui ad oggi risulta bonificato solo il 16 per cento dei suoli e l’11 per cento
di acque di falda, con progetti di bonifica e messa in sicurezza approvati
per il 69 per cento dei suoli e il 66 per cento delle acque di falda, ma non
ancora attuati;
all’operatività del Porto che non può prescindere dall’approvazione di un
nuovo protocollo fanghi e del nuovo Piano Morfologico della Laguna,
nonché da una verifica dell’effettiva funzionalità della conca di
navigazione. Due strumenti fondamentali per la necessità di aggiornare la
normativa sullo smaltimento dei sedimenti e di procedere con gli interventi
di manutenzione ordinaria della laguna nei suoi aspetti morfologici;
al moto ondoso determinato dal traffico in laguna e nei canali interni della
città che ha raggiunto livelli insostenibili provocando problemi di
sicurezza con frequenti incidenti, anche mortali. In passato il Governo
aveva istituito anche il Commissario per il moto ondoso, per cercare di
gestire il fenomeno;
all’applicazione di un approccio resiliente alla pianificazione urbana e alla
gestione edilizia del patrimonio architettonico di Venezia che sia attenta ai
rischi, sensibile alle peculiarità della struttura urbanistica della città e che
si prenda cura della messa in sicurezza del patrimonio culturale e delle
attività produttive;
un altro grave problema che insiste sulla laguna e sui suoi abitanti e che in
questi giorni di acqua alta ha messo in grande apprensione i cittadini di
Chioggia, è la presenza del deposito GPL in località Val Da Rio. Si è
rilevato che in caso di incidente rilevante, l’unica via di fuga verso
Sottomarina risulterebbe pressoché impraticabile in una situazione di
emergenza da alta marea come quella verificatisi in questi giorni;
dà speranza la grande mobilitazione di volontari, veneziani e del resto
d’Italia, così come di tanti studenti che si sono adoperati per salvaguardare
la città e limitare i danni nelle giornate più critiche;
Venezia dispone di un potenziale imprenditoriale e di attrazione di
investimenti non pienamente espresso, legato in particolare alla cultura,
all’artigianato artistico, all’alta formazione, e va invece evitato che venga
progressivamente ridotta a semplice museo a cielo aperto o a grande parco
giochi,
impegna il Governo:
1) ad assumere iniziative per individuare le risorse per far fronte ai danni
causati dal fenomeno dell’alta marea in tutti territori interessati nei comuni
di Venezia e Chioggia, sia quelli riportati dalle infrastrutture pubbliche
come rive, muri, ponti, parapetti, sia quelli che hanno colpito i privati, le
abitazioni, i magazzini, le attività economiche, applicando sgravi fiscali,
contributi per il risarcimento dei danni subiti, strumenti di incentivazione
delle donazioni e la sospensione dei termini per gli adempimenti e per i
versamenti dei tributi, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei
premi per l’assicurazione obbligatoria, nonché il pagamento delle rate di
adempimenti contrattuali, compresi mutui e prestiti, per i soggetti che
hanno subito danni riconducibili ai suddetti eccezionali eventi
meteorologici, prevedendo che il pagamento dei suddetti adempimenti,
dopo la sospensione dei termini, sia effettuato con rateizzazioni e senza
applicazioni di sanzioni e interessi, nonché a valutare la possibilità, per i
soggetti maggiormente colpiti e destinatari dei risarcimenti, di sospendere
e/o rateizzare il pagamento delle fatture di acqua, energia elettrica e gas;
2) ad assumere le iniziative di competenza per estendere al territorio del
comune di Chioggia lo stato di emergenza dichiarato per il territorio del
comune di Venezia con deliberazione del Consiglio dei ministri del 14
novembre 2019;
3) ad adottare iniziative per aggiornare e rifinanziare la legge speciale per
la città metropolitana di Venezia, individuando le opportune fonti
strutturali di finanziamento, predisponendo un piano organico di interventi
di manutenzione urbana diffusa, ecologica, infrastrutturale ed edilizia della
città storica per la salvaguardia della laguna di Venezia, avendo riguardo al
suo recupero e mantenimento morfologico, che contempli ogni intervento
urgente ed indifferibile, con particolare riferimento a Piazza San Marco e
che risponda in modo adeguato ai molteplici problemi della città,
richiamati nel citato «dossier Venezia», con specifica attenzione alle
misure di limitazione degli affitti turistici e di promozione e di sostegno al
ripopolamento della città, prevedendo una forma di incentivazione per i
residenti attraverso il riconoscimento dello status di «custodi del
Patrimonio di Venezia»;
4) a concludere nei tempi previsti, 31 dicembre 2021, il Mose, tenendo
conto che la salvaguardia della città di Venezia e la stessa opera vanno
necessariamente rapportati anche in relazione alle previsioni
dell’innalzamento del livello del mare e va quindi verificato quali altri
progetti possono essere sviluppati per l’adattamento ai cambiamenti
climatici;
5) ad accelerare la realizzazione degli interventi di bonifica nel sito di
interesse nazionale di Venezia Porto Marghera, di competenza del
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, necessari
alla protezione dall’inquinamento dell’ambiente lagunare, anche attraverso
il completamento delle opere di marginamento delle macroisole finalizzato
alla messa in sicurezza dell’area;
6) ad adottare iniziative normative per estendere l’applicazione del
cosiddetto «Art bonus» al comune di Venezia e agli altri territori
ricompresi nella legge speciale per Venezia anche con riferimento ai beni
ecclesiastici;
7) ad adottare iniziative per istituire nella città di Venezia un Centro
internazionale sui cambiamenti climatici, per valorizzare il patrimonio di
conoscenze maturate da soggetti pubblici e privati, che porti avanti studi e
ricerche sui temi della vulnerabilità e dell’adattamento ai cambiamenti
climatici nell’ambito della salvaguardia della città di Venezia, anche nel
quadro del piano nazionale disadattamento ai cambiamenti climatici
(PNACC) di cui è importante e urgente completare l’elaborazione;
8) a completare con urgenza il processo di digitalizzazione e
pubblicizzazione dell’ingente patrimonio archivistico e bibliografico
custodito a Venezia presso le istituzioni dell’alta formazione artistica
danneggiate dalle eccezionali maree degli ultimi giorni, tutelandone i
contenuti dalla vulnerabilità specifica dei singoli beni e del materiale ivi
custodito, secondo gli impegni recentemente assunti dal Governo con
l’approvazione della risoluzione 8/00045, in data 23 ottobre 2019;
9) a predisporre con urgenza un piano straordinario di interventi
espressamente finalizzato alla messa in sicurezza, alla tutela e alla
conservazione del patrimonio culturale, storico, artistico, archivistico e
bibliografico custodito a Venezia presso tutte le istituzioni artistiche
danneggiate dalle eccezionali maree degli ultimi giorni;
10) ad acquisire elementi in ordine alle condizioni ambientali, nonché di
sicurezza degli impianti di GPL siti in località Val da Rio a Chioggia, al
fine di verificare se le relative procedure di emergenza siano compatibili
con la attuale localizzazione degli impianti;
11) ad adottare iniziative per favorire l’istituzione di una zona economica
speciale nella regione Veneto che comprenda Venezia e i comuni
dell’entroterra che hanno come riferimento il porto di Venezia, sulla base
del piano industriale che tutte le categorie economiche e le
amministrazioni locali hanno già condiviso con la regione medesima e a
promuovere misure specifiche per il comparto del vetro di Murano;
12) ad assumere iniziative per l’istituzione di un tavolo permanente multi
disciplinare costituito da operatori di tutta la filiera ittica, biologi marini,
geologi, climatologi e giuristi con lo scopo di tutelare la biodiversità
animale e vegetale;
13) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, per contribuire, con
la regione e il comune, alla migliore valorizzazione dell’industria creativa e
culturale veneziana e in generale della comunità di innovatori locali, per
fare di Venezia anche un luogo capace di attrarre imprese e iniziative
economiche legate alla produzione di cultura, come start up innovative e
nuove professioni intellettuali, a partire dal sostegno ufficiale allo Strategy
Innovation Forum e assicurando alla prossima Esposizione Universale
Dubai 2020 una significativa presenza di Venezia, intesa come città di
conoscenza, cultura, incontro e scambio di merci e idee.
(1-00295) «Pellicani, Brunetta, Ilaria Fontana, Moretto, Luca De Carlo,
Stumpo, Andreuzza, Fusacchia, Lupi, Zolezzi, Braga, Fregolent, Epifani,
Terzoni, Federico, Molinari, Bazzaro, Fogliani, Vallotto, Lollobrigida,
Gelmini, Baratto, Bendinelli, Bond, Caon, Cortelazzo, Marin, Milanato,
Zanettin, Nitti».