‘La tassa dei 300 euro? Dobbiamo lottare perché quei soldi non siano messi, come ora, nel calderone dei contributi italiani, bensì inscritti in uno specifico capitolo di spesa a favore delle attività di miglioramento dei servizi offerti dai nostri Consolati’
I discendenti dei nostri emigrati all’estero, per poter fare richiesta di cittadinanza italiana, devono sborsare 300 euro. Una vera e propria tassa, imposta dal governo Renzi. Che ne pensa Eugenio Sangregorio, presidente USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani? ItaliaChiamaItalia glielo ha chiesto, in occasione di una lunga intervista che verrà pubblicata sulle nostre pagine nelle prossime ore.
“Se da un lato non ci entusiasma il fatto che per divenire cittadini italiani si debba pagare una sorta di ‘tassa’, dall’altra parte sosteniamo che la cittadinanza vada concessa a coloro che si sentano realmente orgogliosi della appartenenza al nostro Paese. Sì quindi alla concessione della cittadinanza italiana gratuita, eventualmente, no all’idea di volantinare le cittadinanze nei consolati”. Sangregorio sottolinea: “Abbiamo bisogno di italiani e non di titolari di passaporto italiano! L’atteggiamento prudente di Renzi su questo aspetto deve essere recepito come stimolo alla riflessione, in primo luogo tra noi italiani che viviamo all’estero. Questa riflessione purtroppo non c’é stata ed approfitto per fare appello anche agli amici del MAIE per aprire una linea di dibattito costruttivo sull’argomento affinché tutti insieme possiamo essere i promotori di una modernizzazione necessaria, condivisa e sostenibile”.
Ancora a proposito della tassa dei 300 euro: “Se guardiamo il comportamento dei Consolati degli altri Paesi come quelli di Spagna ed USA, capiamo che si tratta di un contributo richiesto da tutti i paesi del mondo. Noi italiani, non prevedendo questo contributo, abbiamo caricato di spese il governo Italiano, che oggi non é in grado di sostenere. Dobbiamo lottare – prosegue il presidente USEI – perché questi 300 euro non siano messi, come ora, nel calderone dei contributi italiani, bensì inscritti in uno specifico capitolo di spesa a favore delle attività di miglioramento dei servizi offerti dai nostri Consolati. D’altro canto, se l’amore per l’Italia si ferma di fronte a 300 euro, dovremmo interrogarci su quanto questo amore sia sincero!”.
“In ogni caso noi siamo, ripeto, per la concessione delle cittadinanze gratuite a condizione che il diritto non provenga solo e necessariamente da infinite catene di Ius sanguinis, ma da provate ed attuali attitudini di attrazione, interesse ed amore verso il nostro Paese. Servono nuovi criteri da codificare, l’USEI – conclude Eugenio Sangregorio – invita tutti ad una riflessione comune al riguardo per proporre un formula di cambiamento condivisa onestamente da tutti i rappresentanti degli italiani nel mondo in Parlamento”..
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